Benzina alle stelle, prodotti alimentari diventati quasi proibitivi, abbigliamento un lusso, vacanze un miraggio: siamo in guerra? Pare proprio di si, soltanto che il nemico ci appare invisibile o forse ci rifiutiamo di vederlo e quindi di combatterlo. Eppure è semplice trovarlo, vogliamo provare? Bene, alzati, dirigiti verso il bagno, entra, raggiungi il lavabo, alza gli occhi: eccolo, è proprio lui! Ebbene si, di chi altri potrebbe essere la responsabilità di ciò che sta accadendo se non di noi stessi. Troppo a lungo abbiamo vissuto in modo esagerato, lontano dalla realtà, cercando di emulare modelli di fantasia: in poche parole abbiamo dato troppo peso al superfluo ed all’apparenza, dimenticandoci della sostanza. Siamo onesti, chi di noi non ha comprato un abito, un gadget, un telefono, un’automobile e via discorrendo più per spirito di emulazione che per aver valutato la qualità e la necessità dell’acquisto. Non c’è da vergognarsi, lo abbiamo fatto in moltissimi. Certo è che il nostro atteggiamento, per forza di cose, deve cambiare e sta pian piano cambiando.
Quotidianamente ci sentiamo frustrati perché non riusciamo a scorgere un punto di svolta netto in positivo, beh, questo è veramente molto difficile che accada a breve, saremmo nell’ordine del miracolistico. La strada da prendere è quella di ponderare con attenzione le scelte, di ogni ordine, per recuperare virtuosità. Siamo una società basata sul consumo, va bene, consumiamo con criterio, ma soprattutto valutiamo le nostre reali esigenze. È sciocco imputare la colpa della crisi solo ad “entità superiori” quali le multinazionali, le banche, i governi, i grandi speculatori, perché tutte queste agiscono in base alle nostre esigenze, ergo: se la smetto di vivere secondo i canoni dettati dai mass-media – cosa che, inutile negare, facciamo da almeno 30 anni – magari ho delle possibilità di interrompere il circuito per cui circa il 2% della popolazione mondiale detiene circa il 50% della ricchezza, cioè magari posso essere influente riguardo una distribuzione più equa e non soltanto un pollo da spennare.Ma è facile essere influenti? Forse più di quanto si è portati a credere.
In Italia ci sono circa 50 milioni di veicoli a motore. Ammettiamo che ne circolino quotidianamente poco più di un terzo, cioè 15 milioni. Se un utilizzo più accurato consentisse un risparmio di un litro al giorno di carburante, ci sarebbero mancati acquisti per più di 26 milioni di Euro, quindi in un mese per circa 790 milioni, quindi in un anno circa per 9 miliardi e mezzo. Alla luce di queste cifre, una forma di “protesta civile” che preveda una riduzione drastica del consumo di carburante, quindi di mancate entrate, indurrebbe ad un maggior riguardo verso il cliente, in termini di riduzione dei prezzi, o no?
Il web è certamente uno strumento formidabile per la conoscenza, la comunicazione senza filtro e l’aggregazione, potentissimo per una concreta democrazia.
Ma siamo disposti a cambiare, voi che dite?
Quotidianamente ci sentiamo frustrati perché non riusciamo a scorgere un punto di svolta netto in positivo, beh, questo è veramente molto difficile che accada a breve, saremmo nell’ordine del miracolistico. La strada da prendere è quella di ponderare con attenzione le scelte, di ogni ordine, per recuperare virtuosità. Siamo una società basata sul consumo, va bene, consumiamo con criterio, ma soprattutto valutiamo le nostre reali esigenze. È sciocco imputare la colpa della crisi solo ad “entità superiori” quali le multinazionali, le banche, i governi, i grandi speculatori, perché tutte queste agiscono in base alle nostre esigenze, ergo: se la smetto di vivere secondo i canoni dettati dai mass-media – cosa che, inutile negare, facciamo da almeno 30 anni – magari ho delle possibilità di interrompere il circuito per cui circa il 2% della popolazione mondiale detiene circa il 50% della ricchezza, cioè magari posso essere influente riguardo una distribuzione più equa e non soltanto un pollo da spennare.Ma è facile essere influenti? Forse più di quanto si è portati a credere.
In Italia ci sono circa 50 milioni di veicoli a motore. Ammettiamo che ne circolino quotidianamente poco più di un terzo, cioè 15 milioni. Se un utilizzo più accurato consentisse un risparmio di un litro al giorno di carburante, ci sarebbero mancati acquisti per più di 26 milioni di Euro, quindi in un mese per circa 790 milioni, quindi in un anno circa per 9 miliardi e mezzo. Alla luce di queste cifre, una forma di “protesta civile” che preveda una riduzione drastica del consumo di carburante, quindi di mancate entrate, indurrebbe ad un maggior riguardo verso il cliente, in termini di riduzione dei prezzi, o no?
Il web è certamente uno strumento formidabile per la conoscenza, la comunicazione senza filtro e l’aggregazione, potentissimo per una concreta democrazia.
Ma siamo disposti a cambiare, voi che dite?
prima dovremmo fare un piccolo sforzo e riuscire a leggere piu' di due righe!
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